Si apre domani il Salone del Libro di Torino.
Nel rispetto di chi ha deciso di non esserci, io e tutti i colleghi con cui ho potuto parlare in questi giorni assicureremo la nostra presenza.
Il Salone è casa nostra, guai a lasciarlo nelle mani dei fascisti. Loro, d’altronde, sono piccolo, brutti e spregevoli, e noi siamo pieni di idee, voglia e fantasia. Si troveranno malissimo, loro, al Lingotto.